I pianeti del sistema solare – Bellezze e stranezze nell’Universo – Parte 8

Attorno al nostro Sole orbitano 8 Pianeti. In ordine di distanza dal Sole, abbiamo i 4 pianeti (rocciosi) detti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte) e i 4 detti gassosi o gioviani (Giove, Saturno, Urano e Nettuno). Plutone, da sempre conosciuto come il nono pianeta del Sistema Solare, è stato declassato a pianeta nano (leggi qui).

Per la rubrica Bellezze e stranezze nell’Universo, ecco le immagini di ogni pianeta, scattate dal telescopio Hubble o da sonde spaziali.

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Mercurio, il pianeta più vicino al Sole e anche il più piccolo, ripreso dalla sonda MESSENGER (Crediti: NASA/Wikipedia)

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Venere, molto simile alla Terra per dimensioni, ma con un’atmosfera composta principalmente di anidride carbonica ed uno spesso strato di nubi composte di acido solforico. Fotografato dalla sonda Mariner 10 (Crediti: NASA/Wikipedia).

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La nostra Terra: continente Americano (Crediti: NASA); emisfero orientale (Crediti: MODIS/NASA); Terra vista dalla Luna (Crediti: NASA). Immagini estratte da Wikipedia

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Marte, il celeberrimo Pianeta Rosso, colore causato dall’enorme quantità di ossido di ferro (leggi Cosa hanno in comune Marte e la ruggine?). Immagine a colori del pianeta Marte scattata dalla sonda Rosetta (Crediti: ESA/Wikipedia).

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Giove, insieme alle fasce e l’iconica macchia rossa (leggi La Grande Macchia), foto scattata dal telescopio spaziale Hubble (Crediti: HST/Wikipedia).

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Saturno, visto dalla sonda Voyager 2, insieme ai suoi caratteristici anelli, costituiti principalmente di ghiaccio, e a 3 dei suoi satelliti, Teti, Dione e Rea (Crediti: NASA/Wikipedia).

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Urano, insieme a Nettuno viene denominato “gigante ghiacciato”, fotografato dalla sonda Voyager 2 (Crediti: NASA/Wikipedia).

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Nettuno, l’attuale ultimo pianeta del Sistema Solare presenta dei venti fortissimi. Immagine ottenuta dalla sonda Voyager 2 (Crediti: NASA/Wikipedia).

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L’ex-pianeta Plutone, declassato a Pianeta nano (leggi Plutone come Lucifero). Mosaico di immagini scattate dalle fotocamere LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) e Ralph della sonda New Horizons (Crediti: NASA/Wikipedia).

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I pianeti si muovono come devono

La teoria della gravitazione Universale di Newton spiega egregiamente il moto di pianeti, satelliti e comete intorno al nostro Sole, sono poche le situazioni che richiedono l’uso di una teoria più complessa come la Relatività Generale di Einstein. Halley fu uno dei primi a mostrarne l’efficacia.

La conservazione del momento angolare. Ti ho mostrato perché i pianeti ruotano e orbitano: c’entra la conservazione del momento angolare in un sistema non soggetto a forze esterne, e per spiegarlo avevo fatto ricorso all’esempio di una pattinatrice. Applicando questo concetto ad un pianeta che orbita intorno alla sua stella, vediamo che il momento angolare del pianeta, e cioè il prodotto della sua distanza dalla stella, la sua massa e la sua velocità, deve rimanere costante: quindi se il pianeta fosse più vicino alla sua stella, poi la sua velocità dovrebbe aumentare perché il momento angolare non varia. E’ la seconda Legge di Keplero.

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Da Venere a Mercurio, dalla bella al piè veloce – Gli oroscopi sono idiozie – Puntata 3

Venus_and_Mars_National_GalleryAstrologicamente si associa al pianeta Venere un ruolo nei sentimenti e nell’amore, Marte esercita un’influenza nella determinazione, l’energia e il campo sessuale, e Mercurio rappresenta l’intelligenza, l’astuzia e la rapidità d’azione. Perché tre pianeti a centinaia di milioni di chilometri dovrebbero avere questi ruoli? Come mai quei tre astri, che per un caso fortuito hanno ricevuto dagli uomini dei nomi che evocano proprio quelle caratteristiche, dovrebbero influenzare la vita dell’uomo? In realtà, per popolazioni antiche o per sprovveduti, vittime degli eventi naturali, potrebbe essere naturale fare quei collegamenti.

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Giove e le sue amanti

Giove è il più grande tra gli 8 pianeti del Sistema Solare. Al pari di altri pianeti, si “accompagna” a delle lune, cioè dei satelliti naturali, di dimensioni molto più piccole, che gli ruotano attorno (proprio come la Luna fa con la Terra). Giove ha svariati satelliti: allo stato attuale se ne conoscono 79. Ma i più importanti e famosi sono quelli detti Medicei o Galileani, che furono scoperti da Galileo Galilei e Simon Marius nel 1610 (probabilmente in maniera indipendente). La fama da Don Giovanni del padre degli dei è storicamente nota e Marius diede a questi satelliti i nomi di quattro amanti di Giove (o Zeus, se preferite il nome greco): Europa (regina di Creta), Io (sacerdotessa di Era), Callisto (ninfa di Artemide) e Ganimede (il più bello degli uomini). Ma è interessante notare come anche gli altri satelliti di Giove siano stati battezzati con nomi di amanti della divinità greco-romana: Imalia, Elara, Pasifae, Lisitea, per citarne alcune. Ma esistono anche eccezioni come Amaltea (sua nutrice) e Sinope (Giove si invaghì di questa ninfa, promise di donarle qualsiasi cosa, lei gli chiese la conservazione della verginità, imbrogliando il povero dio).

Astrofisica in 1 minuto

 

E’ una stella o un pianeta?

I pianeti più vicini e i più grandi del Sistema Solare (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) sono visibili ad occhio nudo, al pari delle stelle. Per un occhio non esperto risulta difficile riconoscere un pianeta nel cielo, perché per le sue dimensioni (quasi puntiformi, anche se non del tutto, come vedremo) è simile ad una stella. Ma esiste un modo semplice che permette, senza alcun mezzo tecnologico, di distinguere una stella da un pianeta.

Avete mai notato che le stelle emettono una luce che pulsa nel tempo (cambiano anche colore, ma rimando questo aspetto ad un prossimo articolo)? Questo fenomeno si chiama scintillazione. Ma perché vediamo le stelle scintillare? Lo scintillio avviene per effetto dell’atmosfera terrestre, che essendo un sistema turbolento costituito da regioni in continuo moto e con densità e temperature diverse, perturba la luce delle stelle, oscurandola o lasciandola passare ad intermittenza. Ma facciamo un esempio. Poniamo una lampada a qualche decina di metri di distanza, per l’effetto della distanza essa ha una dimensione apparente molto piccola, se copriamo la luce che emette con un dito della mano essa si oscura quasi totalmente, e se muoviamo il dito da destra a sinistra molto velocemente, in alcuni istanti vedremo la sua luce e in altri sarà oscurata. Pensate al dito come l’effetto turbolento dell’atmosfera, e al lampione come la stella, ed ecco spiegata la scintillazione.

Ma perché ciò non avviene con i pianeti? Nonostante molto più piccoli di una stella (decine di migliaia di volte), sono molto più vicini di una stella della Via Lattea (da qualche decina di migliaia fino alle decine di milioni di volte), e quindi appaiono sul cielo non esattamente puntiformi (con un diametro apparente anche 1000 volte maggiore di quello delle stelle più grandi e vicine), mentre una stella è sostanzialmente puntiforme. Le regioni turbolenti dell’atmosfera sono di dimensioni trascurabili rispetto alla dimensione apparente di un pianeta e quindi hanno un effetto minimo sulla sua luce. Per ritornare all’esempio di cui sopra, è come se il lampione fosse posto a soli 2-3 metri dall’osservatore, l’effetto di oscuramento del dito (che ha dimensioni inferiori a quelle apparenti del lampione) è trascurabile, e la luce del lampione rimane sostanzialmente invariata.

Di seguito una rappresentazione grafica (ovviamente non in scala) delle dimensioni apparenti di pianeti, stelle e turbolenze atmosferiche.

Altro in Che differenza c’è tra una stella e un pianeta?

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